Mini racconti per sognare: Eterna Estate
- Gaia Soia
- 23 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 27 apr 2021

Tra i miei diversi viaggi, capitai in un piccolo paese, lontano da qui, che sorgeva su di una dolce collina, circondato dalla natura. Appena entrai, capii subito che lì c'era qualcosa di diverso, mi succede spesso, è come una sensazione che ti prende all'attaccatura del collo, un brivido che ti corre lungo la schiena irradiando elettricità.
Quel giorno cominciai a vagare per i sentieri di ciottolato, osservando gli alti edifici di pietra intorno a me, cercando l'origine del mio presentimento, fino a che un vicolo nascosto non catturò la mia attenzione: vasi di fiori e piante si estendevano fino a dove l'occhio riusciva ad arrivare, i loro colori accesi lo rivestivano, donandogli un aspetto surreale. La cosa che mi colpì non fu tanto la varietà delle piante o le tonalità vivaci della flora, ma il fatto che ci trovavamo a gennaio e che la neve ricopriva il resto della regione, mentre in quella stradina, sembrava fossimo in piena estate.
Tra i miei diversi viaggi, capitai in un piccolo paese, lontano da qui, che sorgeva su di una dolce collina, circondato dalla natura. Appena entrai, capii subito che lì c'era qualcosa di diverso, mi succede spesso, è come una sensazione che ti prende all'attaccatura del collo, un brivido che ti corre lungo la schiena irradiando elettricità.
Quel giorno cominciai a vagare per i sentieri di ciottolato, osservando gli alti edifici di pietra intorno a me, cercando l'origine del mio presentimento, fino a che un vicolo nascosto non catturò la mia attenzione: vasi di fiori e piante si estendevano fino a dove l'occhio riusciva ad arrivare, i loro colori accesi lo rivestivano, donandogli un aspetto surreale. La cosa che mi colpì non fu tanto la varietà delle piante o le tonalità vivaci della flora, ma il fatto che ci trovavamo a gennaio e che la neve ricopriva il resto della regione, mentre in quella stradina, sembrava fossimo in piena estate.

Incuriosita e stanca per il viaggio, decisi di fermarmi per rifocillarmi in una locanda lungo la strada e ne approfittai per domandare di più su quel luogo.
Il mio interlocutore, un uomo sulla sessantina con una folta barba e tanta voglia di conversare, mi raccontò che lì viveva una curatrice, molto abile, che con i suoi intrugli aveva salvato la vita di diversi compaesani.
Le stranezze e gli eventi inspiegabili che avvenivano intorno a lei e alla sua dimora non li spaventavano affatto, giacché da anni si erano abituati, imparando a conoscerla ed apprezzarla; talvolta arrivava anche dai paesi vicini qualche uomo coraggioso, bisognoso di cure che solo lei poteva fornirgli.
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